Per gli appassionati della scrittura e della lettura, Parola mia era un appuntamento televisivo da non perdere. Erano gli anni Ottanta e il piccolo schermo preferiva ancora il sottovoce, il rispetto per le parole, la pura e nutriente narrazione dei fatti.
Il programma a quiz sulla lingua italiana – erede dell’artigianale Non è mai troppo tardi del maestro Alberto Manzi – faceva conoscere, usare e amare l’italiano. Il professor Gian Luigi Beccaria, docente di lingua italiana all’Università di Torino, era l’arbitro di gara. Ideatore e padrone di casa era Luciano Rispoli. Voce inconfondibile, dai toni sempre pacati, dalla gestualità misurata, dal sorriso accogliente. Tra etimologie, sinonimi e contrari, scovava sempre le parole adatte per amalgamare informazione, divulgazione e intrattenimento.
Nato nel 1932 a Reggio Calabria, Luciano Rispoli entra in Rai nel 1954, dopo aver superato le selezioni per radiocronisti e un provino con Vittorio Veltroni. Alla radio, conduce la fortunata trasmissione Il Buttafuori e partecipa all’ideazione di Bandiera gialla (suo il titolo), di Chiamate Roma 3131, La Corrida, Il sabato del Villaggio. In tv crea il primo talk show italiano: L’ospite delle due. Ed ancora: Il gioco dei mestieri, La grande corsa, Pranzo in tv. Tra il 1977 e il 1987, dirige il Dipartimento Scuola Educazione (l’attuale Rai Educational). Nel 1990, Rispoli affronta una nuova avventura: approda a Tmc e crea il fortunatissimo Tappeto volante.
Il 26 ottobre del 2016, il paese ha perso una voce pura e pacata del giornalismo, del saper fare televisione. «È vero, a volte sono un po’ cerimonioso» raccontava. «Ho fatto esercizi per parlare in modo più asciutto, meno iperbolico, ma non sono riuscito a cambiare una virgola, sono così. L’urlo, lo scandalo e la volgarità non hanno mai abitato nella mia televisione, per questione di rispetto». E gli italiani lo hanno capito e apprezzato. Pochi minuti dopo la scomparsa, tanti sono stati i titoli dei giornali a lui dedicati. Le parole usate? Le stesse: gentiluomo della televisione, signore della tv educata, gentleman e voce garbata, addio al giornalista cortese.
Tutto si è perso sciolto come neve su un terreno scivoloso è sporco che costituisce ormai il linguaggio quotidiano.
Ero troppo giovane negli anni 80 per guardare la televisione e adesso sono abbastanza adulta da ricercare certe trasmissioni nella teca Rai ma provo ancora più tristezza per la deriva di oggi.
Sherabuonagiornata
"Mi piace"Piace a 1 persona
Non demonizzo il presente, vorrei solo un pizzico in più di rispettoso ascolto, di sereno confronto, cara Shera.
"Mi piace""Mi piace"
Ricordo Parola mia, anche se lo seguivo poco, a differenza di manzi.
Ruspoli era l’educazione che non c’è più.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Condivido il tuo pensiero.
"Mi piace""Mi piace"